Luzz Spot

La mia foto
Ho bisogno di sfogarmi e di dire ad un qualunque nessuno chi sono, se non altro per ricordarlo a me stesso...

lunedì 17 novembre 2008

Sapore



Torno a scrivere con una tastiera che non funziona, quindi le e saranno sia verbo essere che congiunzione.
Vabbe, a sto punto che mi importa.
E tardi.
Mi manca, e inutile che continuo a nasconderlo a me ed al mondo.
Mi manca un sacco.
Ogni tanto riguardo le foto, piango un pochino, e poi torno alla mia vita.
Ubriaco, ho fumato molte sigarette venerdi sera.
Il sabato mattina poi, mi son svegliato ed avevo in bocca il suo sapore, profumavo di lei, ed il mio cuore si e spezzato a metà.
Sabato poi sono andato a far volare il kite. Critch mi viene a prendere con una Mini grigia, la stessa sua...
Ho smesso di fare parole crociate. Specialmente quelle in cui ti danno delle parole e tu le devi cercare in un miscuglio di lettere incasinate. Ci avevamo giocato una volta mentre stavamo andando ad un ristorante messicano.
Il violino ed il piano, la sauna che non ho mai voluto fare e che ora faccio tutti i giorni.
Le mie dita puzzavano di fumo e mi veniva da vomitare... ma ero felice.
Tutto questo contorno di scuola, amici, pensieri e cagate varie non esisteva piu.
Eravamo io e lei, sguardo nello sguardo, in un caffe di bergamo trovato per caso.
Lei parlava e voleva che io raccontassi ciò che ho fatto in quel luogo di esilio che mi son scelto.
La mia bocca non si muoveva, se non per dire "non so cosa dire, non ho parole"
Quel centesimo caduto nel rum. La cenere che riempie il mio stomaco. La prima volta che e successo qualcosa, che un cerino si e acceso.
Due righe segnate con le dita in una macchina bagnata di sudore.
Il traffico che non le ha permesso di vedere quella terza boa che mi ha portato in alto, le sue parole "io lo sapevo".
Le ho scritto una lettera che magari non le arriverà nemmeno perche mi sa che ho messo un francobollo in meno.
E' sempre la solita carta semicotonata, con una busta dello stesso materiale... il colore mi ricorda un po' quello dell trapunta su cui mi sono addormentato come una vacca con il raffreddore la prima volta che son stato a casa sua.
Mi affascina vedere come sia io che lei nascondiamo i denti nelle foto e cerchiamo di sorridere e ridere senza mostrarli.
I suoi occhi e la sua bocca, quei piedini microscopici che a momenti non trova nemmeno le scarpe che le vanno bene.
Il medaglione che le ho preso, e che le calza cosi bene in mezzo a quel petto rigoglioso.
Tutto questo mi manca un sacco, ed e' quasi tragico come solo il sapore del tabacco riesca a pugnalarmi con candidi ricordi come questi...

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